Una stradina stretta ed in salita, tra case e qualche bell’albergo mi porta con un po’ di anticipo sull’orario concordato alla Tenuta Oberrstain, la cantina è chiusa e ne approfitto per qualche scatto.
Ci troviamo a circa 300 m s.l.m., siamo a Cermes, un comune che si inserisce nel paesaggio naturale fatto di vigneti e frutteti, tra Marlengo e Lana. Sopra il paese si erge Castel Monteleone, Lebenberg in tedesco, edificio eretto dai Signori di Marlengo nel XIII secolo.
Nel frattempo arriva Joachim che dopo una lunga stretta di mano mi porta subito nel posto più incantevole della tenuta: “Questa è la mia arena“: così mi presenta il vigneto di famiglia, indicando i terrazzamenti che salgono ripidi in un semicerchio esposto a sud est che sembra comporre un anfiteatro romano. “Qui le uve crescono su terreni sabbiosi leggeri, permeabili e limosi, intervallati da materiale roccioso estremamente poroso simile all’ardesia”.
Joachim mi dà l’impressione di essere una persona molto riservata, taciturno e riflessivo; quando parliamo del vino quasi si estranea pensando a come avrebbe potuto migliorarlo, lo definirei un vero artista del vino. Conosce ogni angolo del vigneto ed ogni aspetto del terreno, mi riferisce che il suo intento è portare nel vino il carattere imponente di questo luogo speciale, con i suoi minerali, in particolare quarzite, feldspato e mica altamente degradati. “Leggero e permeabile, questo suolo argilloso e sabbioso è ricco di materiale roccioso poroso e scistoso che a tratti si manifesta sotto forma di rocce sporgenti. “Crediamo che la qualità nasca nel vigneto. Le viti sono allevate in modo da assicurare una crescita armoniosa ed equilibrata per ottenere rese basse ma di alta qualità. Non è però sempre semplice percorrere questa strada. Eppure solo così possono nascere grandi vini”continua il Signor Wolf.
Dispone di 3 ettari di terra con viti che hanno circa 70-80 anni dei quali vinifica per la cantina soltanto un ettaro e mezzo mentre il resto è conferito alla Cantina di Merano; Nel prossimo futuro l’intento è quello di vinificare tutta la produzione di uva ed aumentare le circa 5000 bottiglie prodotte oggi; l’unica varietà che gradirebbe aggiungere è il Pinot Nero.
Dopo esperienze professionali in Italia ed in Germania anche come insegnante presso le scuole di enologia, ha iniziato l’attività in cantina con l’annata 2015.
La filosofia di Joachim è quella di produrre un vino diverso e ciò è palpabile in ogni discorso ed in ogni angolo della cantina.
“La visione di produrre vino senza ricorrere a un’eccessiva tecnica enologica è nata nel momento in cui abbiamo elaborato il nuovo concept per la nostra cantina ed è poi diventata la chiave del nostro lavoro. In modo semplice, avvalendoci in parte della forza di gravità, la moderna struttura della nostra cantina ci consente di dare corpo alla nostra filosofia.”
La vinificazione avviene in modo diverso rispetto alla maggior parte delle altre aziende, ed il tempo è il perno principale intorno al quale ruota tutto il sistema, nessun vino esce dalla cantina prima di aver trascorso qualche anno in affinamento, né i vini bianchi né i rossi e neanche la Vernatsch che di solito viene imbottigliata giovane. La fermentazione avviene per diverse settimane, in alcuni casi anche con i raspi, ed il vino viene affinato in botti di legno ma vi è anche un passaggio in anfora.
“Solo un lungo affinamento, che in gran parte si svolge in botti di legno, possiamo garantire il livello di qualità che ci siamo prefissati. Perché non siamo noi a decidere quando è giunto il momento della maturazione ma il tempo”. Joachim sperimenta molto con i suoi vini, alla continua ricerca della perfezione. I rossi, passano più volte dal legno all’anfora prima di essere imbottigliati e, mai prima di 4 anni.
In cantina abbiamo degustato il Pinot Bianco “Lapis” e il Sauvignon “Salis”, annate 2019 e 2020, sono affascinanti, esprimono tutto il carattere del territorio, sembra di bere i minerali su cui crescono le viti, benchè abbiano valori di acidità ottimali.
Nell’accogliente sala degustazione gli ospiti possono provare i vini della tenuta ed acquistarli; l’azienda distribuisce in proprio le bottiglie ai diversi ristoranti della zona mentre il resto della regione è servito attraverso due distributori locali.
Espressività, forza, mineralità – Questo siamo noi, la tenuta Oberstein
Prima Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/05/01/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato/
Seconda Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/05/17/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-seconda-parte/
Quarta Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/06/15/quarta-puntata-per-il-reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato/
Quinta Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/07/01/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-
Sesta Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/07/17/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-3/
Settima Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/08/02/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-4/
Ottava Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/08/15/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-castello-di-plars-schlossplars/
Nona Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/08/31/distilleria-privata-wezl/
Decima Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/09/16/reportage-tra-vignaioli-e-cantine-del-burgraviato-5/
Undicesima Parte: https://www.youfooditaly.com/2024/10/12/litalia-si-conferma-nuovamente-primo-produttore-mondiale-di-vino/